Negli ultimi anni il mondo del lavoro promuove sempre più l’eterogeneità e la diversità dei lavoratori. Per fortuna non siamo più ancorati all’idea del lavoratore come persona sana, di pelle bianca, eterosessuale e di sesso maschile. Il progresso culturale, l’internazionalizzazione delle aziende, i flussi migratori e lo sviluppo di nuove tecnologie hanno abbattuto (anche se non del tutto) molte delle barriere che escludevano dal mondo del lavoro gran parte della popolazione.
In ottica di apertura e promozione della diversità, molte aziende hanno adottato la strategia del Diversity Management. Ciò significa che mettono in atto un approccio diversificato alla gestione delle risorse umane finalizzato alla creazione di un ambiente lavorativo inclusivo. In questo modo, favorendo l’espressione individuale dei lavoratori nel rispetto delle loro specificità in quanto a genere, etnia, lingua, nazionalità, appartenenza locale, cultura, religione, abilità fisica, generazione, ruolo, non solo si portano avanti valori imprescindibili dal punto di vista etico, bensì l’integrazione e il rispetto delle diversità si traducono inevitabilmente in valore aggiunto per l’azienda.
Ovviamente, per quanto i benefici per il business siano spesso l’interesse principale che si cela dietro ogni scelta e strategia, in questo caso ci sentiamo di dire che la motivazione principale che dovrebbe spingere le aziende a promuovere l’espressione delle specificità di ognuno è di natura etica.
Per approfondimenti consultare: https://www.exportiamo.it/settori/1088/diversity-management-come-valorizzare-le-differenze-in-azienda/