Il panorama lavorativo del presente è caratterizzato dalla necessità di competenze digitali. Ma cosa si intende, nello specifico, per competenze digitali? La definizione cambia nel tempo, insieme al progresso tecnologico. Operando una distinzione per fasce professionali, nel 2017 l’Agenzia per l’Italia Digitale ha suddiviso le competenze digitali come segue:
Competenze digitali di base: capacità di utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Si tratta di competenze utili per prendere parte alla società dell’informazione e della conoscenza ed esercitare i diritti di cittadinanza digitale;
Competenze specialistiche ICT (information and communications technology): riguardano professionisti e futuri professionisti ICT e fanno riferimento a una dimostrata abilità di applicare conoscenza, abilità e attitudini per raggiungere risultati osservabili;
Competenze di e-leadership: capacità di sfruttare tecnologie digitali all’interno di qualsiasi tipo di organizzazione e di introdurre innovazione digitale nello specifico settore di mercato in cui si opera. Le competenze digitali si integrano strettamente con le competenze trasversali tipiche del leader e con le competenze specifiche di settore.
In generale, poi, le competenze digitali si suddividono in digital hard skill e digital soft skill.
Digital hard skill: competenze digitali tecniche di base che definiscono un determinato specialista o figura professionale e che possono essere acquisite a scuola, all’università, attraverso master e corsi di perfezionamento, corsi di formazione mirati online, ma anche sul posto di lavoro. Si tratta di competenze quantificabili, da indicare nel proprio CV. Tra queste citiamo la capacità di usare programmi e pacchetti informatici, conoscere linguaggi di programmazione, così come saper usare specifici macchinari e strumenti di produzione.
Digital soft skill: abilità trasversali che riguardano relazioni e comportamenti delle persone in qualsiasi contesto lavorativo. Queste comprendono il pensiero critico, l’autogestione, le capacità analitiche, di gestione del cambiamento, risoluzione di problemi, collaborazione e relazione, adattamento flessibile e comunicazione. Inoltre, comprendono il knowledge networking, che consente di recuperare e capitalizzare le informazioni presenti in rete; il new media literacy, vale a dire il grado di alfabetizzazione rispetto ai nuovi media, ai loro linguaggi e ai loro formati; così come la capacità di gestire i flussi comunicativi online nel rispetto della netiquette aziendale. Queste ultime sono competenze che si apprendono prevalentemente sul campo e sono difficilmente quantificabili, poiché dipendono dalla cultura, dalla personalità e dalle esperienze vissute dal singolo.