La tecnologia ha ormai accorciato le distanze. Per questo sono sempre più frequenti le interazioni commerciali con l’estero e il confronto con persone che vivono in Paesi anche molto lontani dal nostro. Il mercato non conosce più confini e le opportunità di business sono infinite, ma bisogna saperle sfruttare al meglio considerando le differenze culturali che ci separano dai nostri partner, fornitori e clienti stranieri. Quando si ha a che fare con persone o enti appartenenti a un’altra cultura è necessario conoscere abitudine e usanze che li caratterizzano per evitare di commettere errori e compromettere trattative commerciali o colloqui di selezione.
Riportiamo di seguito i consigli della scrittrice e imprenditrice nel settore delle telecomunicazioni Sibyl von der Schulenburg per arrivare preparati ai meeting all’estero:
- Non trattare argomenti controversi o tematiche scomode come politica o religione, su cui potremmo avere opinioni diverse rispetto ai nostri interlocutori, e che potrebbero raffreddare da subito i rapporti. Meglio optare per il classico small-talk, ripiegando su argomenti banali e neutri come il tempo meteorologico!
- Prestare attenzione a usi e costumi dei Paesi con cui ci stiamo confrontando. Spesso, piccoli gesti che per noi sono del tutto naturali possono essere offensivi per una cultura diversa dalla nostra. Quindi, è sempre bene fare una piccola ricerca sui modi di interagire nel Paese con cui avviamo interazioni commerciali.
- Occhio a stretta di mano, distanza e abbigliamento. Anche in questo caso, non sempre la stretta di mano è buona prassi: in certe culture si prevede un inchino e un sorriso se a incontrarsi sono un maschio e una femmina. In linea generale, meglio evitare di prendersi troppe confidenze e invadere lo spazio personale dell’altra persona con abbracci e pacche sulle spalle e mantenere una distanza interpersonale di circa un metro in Europa e un metro e mezzo in Estremo Oriente. Per quanto riguarda l’abbigliamento, la sobrietà è d’obbligo: un outfit formale e curato è già un buon biglietto da visita.
- Evitare la parola “no” per quanto possibile. Se indispensabile, controllare il tono delle proprie risposte negative. Bisogna considerare che anche le risposte variano da cultura a cultura. Ad esempio, se in Giappone rispondono sì a una vostra domanda, stanno semplicemente confermando di avere capito cosa avete chiesto. Per ultimo, evitare di essere pressanti e forzare l’interlocutore a dare una risposta.
- Controllare il linguaggio del corpo. Anche se non ce ne accorgiamo, parliamo anche stando in silenzio. Il corpo tradisce le nostre emozioni e i nostri pensieri, quindi è bene controllare la propria mimica facciale per evitare di essere mal interpretati da persone che non condividono la nostra lingua ma neanche le nostre espressioni facciali. Infine, occhio a non gesticolare troppo durante il proprio turno di parola.
Per approfondimenti consultare: https://www.adnkronos.com/meeting-allestero-ecco-cosa-fare-e-non-fare_14c5i0Wt99xytV9PsZqaK2?refresh_ce