Stress sul lavoro: la metà degli under 34 ne soffre

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Stress sul lavoro: la metà degli under 34 ne soffre

I dati di un’indagine Doxa BVA raccolti a settembre 2021 portano a galla uno scenario preoccupante. Poco meno della metà degli under 34 intervistati ha ammesso di aver lasciato almeno una volta la propria posizione a causa dello stress sul lavoro, per salvare la propria salute psicologica. La tendenza, in aumento rispetto al 2020, si somma al timore del rientro in ufficio che coglie il 40% dei lavoratori. Sì, stiamo parlando di uffici e posizioni professionali in azienda, non in fabbrica. Dovrebbero sentirsi fortunati, potremmo pensare. Eppure lo stress sul lavoro e il malessere psicologico non sono meno importanti della fatica fisica.

L’obiettivo dell’indagine è proprio quello di monitorare lo stato psicologico dei lavoratori italiani. Si considerano bisogni, aspettative e desideri, si analizzano le strategie e le soluzioni adottate dalle aziende. Con una disoccupazione giovanile che si aggira attorno al 27%, fa riflettere osservare che ci sono giovani che preferiscono la salute psicologica a uno stipendio: è sicuramente indice di condizioni lavorative e contrattuali negative. Per le generazioni anteriori, poi, la situazione non cambia: la metà dei lavoratori riporta problemi di insonnia e l’80% di questi presenta almeno un sintomo di burn-out.

La pandemia, in tutto questo, è servita a rendere evidente un fenomeno da tempo presente e di grande impatto sulla produttività delle imprese ma, soprattutto, sulla vita dei dipendenti. Stare male sul posto di lavoro, infatti, ha ripercussioni su tutti gli altri aspetti della vita. Una persona su tre, ad esempio, ammette di essersi assentata dal posto di lavoro causa malessere emotivo dovuto a un sovraccarico di stress e ansia. Eppure, in azienda non se ne parla mai. Anche se il 92% riconosce l’importanza di occuparsi attivamente del benessere psicologico dei propri dipendenti, gli sforzi aziendali sono assai carenti e inefficaci.

Parlando del rientro in ufficio post-pandemia, il 40% si dichiara preoccupato, soprattutto per la gestione del tempo, dello stress e della famiglia. Per il 51% appare ormai estremamente complicato conciliare la vita privata con la vita lavorativa, se vissuta all’interno delle aziende. Ecco che le imprese dovrebbero studiare modelli e adottare strategie volte a garantire il benessere reale dei propri lavoratori. Soprattutto se non vogliono rischiare di perdere i migliori talenti.
stress

Per approfondimenti consultare: https://www.repubblica.it/economia/2021/10/03/news/mal_d_ufficio_i_giovani_i_piu_colpiti_da_stress_e_ansia_sul_posto_di_lavoro-320364664/

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