
Logo, marchio, brand e lo storytelling aziendale
Il logo GisG (G inverso specchio G):
In contesti commerciali dove le aziende si affacciano con sempre maggiore forza ai mercati internazionali e quindi ad una dimensione che da un lato rappresenta un'apertura ed un'opportunità di maggiori affari, ma dall’altro può celare il rischio di una generalizzazione a causa della non identificazione delle peculiarità del proprio prodotto, si riscontra una sempre maggiore l’attenzione nei riguardi di parole come “logo”, “marchio” e “brand”. Basta digitare queste parole su un motore di ricerca per rendersi conto di quanto siano oggi diventate importanti non solo per le grandi aziende multinazionali, ma anche per le piccole e medie aziende.
Contestualmente al marchio è diventato fondamentale il recupero di una storia industriale, il cosidetto storytelling aziendale. Di pari passo, il ricorso alla preposizione “dal” oppure “since”, che vuole denotare una lunga tradizione ad alto contenuto qualitativo in grado di aggiornarsi e di tenersi al passo con i tempi. Se questa operazione è relativamente facile in presenza di aziende amministrate dalla stessa famiglia per più generazioni, riuscire a ricreare la stessa sensazione di fiducia e affidabilità, risulta sicuramente più difficile in presenza di società di recente costituzione.
Il LOGO GisG si pone quest’obiettivo: raccontare una storia personale e professionale contestualmente alla storia ed alle tradizioni della città dove sono nato e, quindi, dedicandole di fatto un tributo.
Il marchio è composto da due lettere G ombreggiate poste una di fronte all’altra con quella di destra capovolta in senso contrario a quello della scrittura. Rappresentano due G che sono le iniziali del mio nome e cognome ma in forma stilizzata anche due frecce a centrare un bersaglio. Si tratta di un'analogia rispetto alla richiesta di sapere lavorare per target e obiettivi che sempre più spesso le aziende formulano sia ai propri funzionari commerciali che ai consulenti. Le lettere sono inserite in una ellisse che simbolicamente ricorda la piazza più famosa oggi iscritta all’interno della città di Lucca, Piazza Anfiteatro, ma anche la stessa forma delle mura dall’aggiornamento di immagine avvenuto nel 2010.
Inoltre, è presente un segmento che attraversa l’intera figura tagliando le due G e l’ellisse in orizzontale, e altri due segmenti perpendicolari a quello orizzontale: uno parte dal lato destro della lettera posta a sinistra e divide in due la parte inferiore dell’ellisse, l’altro parte dal lato sinistro della lettera posta a destra e divide in due la parte superiore dell’ellisse. Ancora una volta ho desiderato inserire un fortissimo riferimento alle origini della città che, essendo sorta come accampamento romano, ha le sue vie principali che si incrociano perpendicolarmente nel centro di essa orientandosi secondo i principali assi cardinali.
Una tradizione di apertura verso il mondo che risale almeno al 54 a.C. È infatti in quell'anno che, proprio a Lucca, Pompeo e Crasso incontrarono Giulio Cesare di ritorno dalla Gallia e si accordarono per dare origine al primo triunvirato dando di fatto vita alla fase di passaggio tra la Roma dei Consoli e quella dell’Impero: primo grande Impero del mondo occidentale allora conosciuto.
Seppure stretta nelle sue tre cinte murarie, Lucca non perderà mai la sua tradizione di apertura al mondo come città di mercanti, artisti, uomini di scienza e di cultura. Basta leggere la storia di Lucca del Prof. Lera per rendersi conto di quanto i lucchesi abbiano influito nella storia e cultura moderna. La tradizione di esploratori, poi, si mantiene anche nei racconti tipici della storia lucchese che vuole che Cristoforo Colombo, appena sbarcato in America (nelle Indie Occidentali come lui diceva), abbia incontrato proprio un lucchese che stava lì vendendo statuine del presepe e buccellato (dolce tipico lucchese). Questa tradizione di “uomini di mondo” è rappresentata anche da tanti lucchesi emigrati che tornano regolarmente a Lucca in occasione della festa di Santa Croce (il 13-14 settembre) attraverso i contatti tetuti dalla associazione Lucchesi nel Mondo con le sue sedi estere. L’adozione dei cinque colori della bandiera olimpica, ovvero simbolicamente dei 5 continenti, nell’aggiornamento del logo del 1010 sta a rappresentare proprio questo segno di apertura che la città mantiene inalterato anche oggi. Il restyling definitivo e finale del logo del 2015 ne mantiene ancora intatti ed inalterati i colori.

Studio Preliminare

2006
